Omega Pilot 1953, storie di piccoli restauri (IT)

Omega Pilot 1953, storie di piccoli restauri

 

L’ Omega Pilot  1953 “thin-arrow” (freccia-sottile) a mio parere e’ il piu’ gradevole degli orologi militari assegnati RAF. Gradevole da portare, perche’ di un buon 37mm di cassa, comodo sul polso e leggibilissimo – e’ da tanti oggi preferito agli altri due secondi centrali per piloti della RAF, ovvero I Mark XI della IWC e della JLC. E per ora anche confortevole sul portafoglio, perche’ lo si puo ancora trovare a quasi il 50% degli altri due.

**** This article is available in both English and Italian. Questo articolo e’ sia in italiano che in inglese ****

La Cassa e’ ref 2777-1SC, con fondello a vite che riporta all’ interno I marchi Omega e fuori quelli dell’ aviazione Britannica. Fu solo prodotto per un anno, e Solo per la Royal AiForce.

L’ Omega Pilot 1953 e’ stato l’ultimo degli orologi militari ad usare il classico movimento Omega 30mm, e pu’ specificamente il secondi centrale cal. 283, con finiture “de-luxe” in rame dorato e regolato da cronmoetro, anche se non ha il famorso regolatore speciale Omega. Come tutti gli orologi da pilota, ha una gabbia di faraday a schermare il movimento dai campi magnetici, formato dallo spesso quadrante in ferro dolce, un anello intorno al movimento, ed un sostanzioso controfondello sul retro.

I quadranti vennero prodotti con indici al radio, ma nel 1958-60 il Ministero della Difesa inglese si adeguo’ alle nuove leggi di contenimento delle radiazioni, e tutto gli orologi vennero richiamati ed I quadranti sostituiti con alcuni rifatti da alcuni dei loro specialisti in Inghilterra (Mountfichet facility). Questi quadranti erano molto piu’ grossolani, con una “fat-arrow” (freccia-grassa) dipinta al 6, ed una diversa disposizione degli indici etc. – erano funzionalli e visibilissimi.

Recentemente (anni 2000-2002), la Omega a Bienne ha trovato una fornitura di “thin arrow” senza luminoso, che ha fatto riempire di superluminova ed usato per un paio di centinaia orologi che tornavano a casa Omega per un servizio/restauro.

In sostanza, questi I quadranti:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Personalmente, avevo conosciuto questo Omega su un sito di collezionisti di orologi militari (www.broadarrow.net) e soprattutto grazie a Bill G., che scopri’ per caso che la Omega aveva ancora dei quadranti originali, ma senza luminoso.

Quindi, avendo comprate un “Fat-arrow” a poco ad una asta londinese, lo mandai a Bienne dalla Omega, con tantissime istruzioni e molte speranze.

Sei mesi e molte sterline dopo, questo fu il risultato:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un orologio meraviglioso, la cosa piu’ vicino al “nuovo di fabbrica” che avessi mai visto. Un movimento che era un piacere a sentire e caricare, un quadrante e lancette semplicemente fantastiche. Ma … aveva forse perso qualcosa, ovvero le cicatrici degli anni, quella patina che fa I quadranti piu’ belli, insomma come alcuni dicono, “il wabi” dell’ orologo che ha vissuto. Comunque un bellissimo purosangue.

Per cui, quando sei anni dopo mi e’ capitato una “thin-arrow” originale, non me la sono lasciata scappare, e mi sono rivolto a Joachim Kretschmar, un dealer ed amatore del restauro, per il quadrante che aveva delle machie di ruggine e sudicio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E bravo Joachim! Non so cosa abbia fatto, ma il luminoso e’ sempre lo stesso e sembra piu’ che sia stata usata aria a pressione.

Insomma, poi ho fatto cambiare il cristallo (quello originale non ha la firma Omega) , una bella pulita alla cassa e servizio completo al movimento … et voila’, ecco a voi Mr Thin-Arrow Omega, the 1953 pilot watch!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sconda puntata:    ecco qualcos’altro su questo amato tipo di orologio.

Grazie allo sforzo investigativo di veri appassionati, a volte si riesce a trovare documenti originali negli archivi delle Maison,
che ci riescono a dire esattamente quanti orologi di un cert tipo sono stati prodotti, quando e a chi sono stati consegnati, etc.
Nel caso degli Omega 1953 pilot, la fortuna e’ stata che l’ordine e’ avvenuto nel dopoguerra, e quindi le Maison non dovevano piu’ nascondere al mondo, cosa e quanto facevano e per chi. Secondo, l’ordine e’ stato uno e singolo, ad un distributore solo (Goldsmith di Londra) che era il fornitore storico del Ministry of Defense. Ecco una immagine dell’ordine:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come si vede, ne sono stati ordinati 5900 il giorno 8/7/52, e ci sono indicate le varie specifiche del modello.

In questa foto composita qui sotto ci sono:

a- Movimento 283 Omega, visibile l’anello di ferro dolce intorno al movimento.
b- Marchi sul retro, che includono numero NATO, 6B/562 (specifica MOD , orologio da navigatore RAF), e poi il numero progressivo e l’anno.
c- Interno del fondello con i marchi Omega.
d- coperchio che chiudeva la gabbia magnetica
e- affarino di allumino che teneva il coperchio chiuso a pressione.
f – talvolta la Goldmith inseriva al posto di “e” un circolino di tessuto impregnato una sostanza chimica anti-ossidazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E per ultimo, ecco la foto dell’ esemplare al Museo di Bienne, che fece per primo sospettare Bill G. che ci dovevano ancora essere nella manifattura dei quadranti originali, che postevano essere riempiti di luminoso al momento dell’uso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Teraza puntata:   Grazie a discussioni avvenute su MWR (e soprattutto a Joachim Kretschmar), e’ chiaro ora che Omega Bienne aveva (di sicuro fino al 2002) una piccola scorta di NOS thin arrow dials (come nel mio 1953 qui sotto). Per cui, a chi mandava l’orologio a Bienne, gli veniva restituito con questo quadrante. I pozzetti, mantenuti vuoti, venivano riempiti con SL.

Dopo il 2002, a chi mandava l’ orologio in manifattura venivano invece somministrati i quadranti nella parte inferiore della figura: sempre spessi (1.5 mm), sempre SL, ma riconoscibili dalla forma dello zero del dieci (piu’ panciuto), un sette leggermente piu’ curvo ed i piedini del simbolo omega rivolti in alto.

Attenzione anche perche’ girano altri quadranti estremamente simili. Alcuni sono riconoscibili perche’ sottili come un quadrante normale, e quindi in realta’ non davvero atti a chiudere la gabbia antimagnetica. Altri sono quadranti (ex fat-arrow) semplicemente ristampati, di solito thin-arrow. Ovviamente questi non sono di provenienza Omega.

Ciao
F